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Non far andare i tuoi soldi in fumo, risparmia!

martedì 16 dicembre 2014

Risparmiare soldi per non farli andare in fumo
In tempo di recessione economica, il web pullula di siti che promettono i metodi più mirabolanti per “fare soldi”, “diventare ricchi”, “guadagnare on-line” e via dicendo.

La crisi morde e le persone le provano tutte pur di tirare avanti e arrivare a fine mese. Come biasimarli? Disoccupazione sempre più alta, oltre a precarietà, contratti a termine, stipendi bassi, cassa integrazione e incertezza per il futuro sono purtroppo delle realtà con le quali tutti noi dobbiamo fare i conti da molti anni.


Non facciamoci ingannare

Il più grande problema è rappresentato, a mio avviso, da tutta quella pletora di persone che approfitta di questa situazione e della disperazione della gente. Non solo, ma trovo inutile acquistare gratta e vinci, giocare alle macchinette, darsi scommesse sportive, al Lotto o andare al casinò: la maggior parte delle promesse di facile ricchezza nascondono una probabilità di vittoria talmente bassa che in realtà si trasformano tutte in un pozzo senza fondo, che porta al risultato opposto di quello sperato: ovvero, fanno sprecare un sacco di denaro. In verità, le possibilità di fare davvero un po’ di soldi – in modo legale, s’intende – sono davvero molto scarse.

Detto ciò, è ovvio che i metodi per avere un gruzzolo da parte non possono che essere due: guadagnare di più (e abbiamo visto come nella maggior parte dei casi i metodi siano solo specchietti per le allodole) oppure spendere meno.

Io, personalmente, ho iniziato scegliendo quest’ultima via e vorrei condividere con voi lettori i diversi metodi che utilizzo per risparmiare soldi senza farsi mancare nulla, anzi avendo pure alcuni vantaggi di altro tipo di cui poi vi dirò.


Il fumo negli occhi

Sin da quando ero un adolescente ho fatto questo pensiero: nel momento della vita in cui la maggior parte degli amici inizia a fumare, ho fatto quattro calcoli per rendermi conto se questa attività, che mi avrebbe fatto sentire grande e accettato dagli altri, mi avrebbe anche procurato dei veri benefici, ovvero se il gioco valesse la candela.

Spiegherò il concetto con numeri e cifre (utilizzando i prezzi attuali, non certo quelli in vigore quando ero adolescente!), perché a mio parere non c’è nulla di meglio dei numeri per mettere tutti d’accordo e cercherò, se possibile, di farlo in ogni articolo che pubblicherò in futuro.

Ora, non essendo fumatore, sono entrato in una tabaccheria della mia zona per acquistare una marca da bollo e ho colto l’occasione per dare un’occhiata ai prezzi scoprendo, non senza un po’ di stupore, che non c’era un pacchetto di sigarette che costasse meno di 4 euro (può essere che in certe parti d’Italia ci siano, oppure che io abbia trovato un tabaccaio particolarmente caro, ma tutte le marche più conosciute erano intorno ai 5 euro a pacchetto, perciò i quattro euro di una marca semi-sconosciuta può a buon diritto definirsi un buon prezzo).

Ebbene, ipotizzando che i fumatori – in media – consumano un pacchetto di sigarette al giorno, possiamo fare un rapido e semplice calcolo:

€ 4,00 a pacchetto x 365 giorni = € 1.460

1.460,00 euro ogni anno

Che in un mese fanno 121,67 euro.

Per rendere ancora più chiaro il concetto, se lo stipendio medio degli italiani è intorno ai 1.200 euro al mese, spenderne 120 per le sigarette equivale a dire che il 10% della somma percepita mensilmente va letteralmente in fumo.

Oppure, si può dire che lo stipendio medio di un fumatore sia di circa 1.080 euro al mese.

A dire il vero, per essere realmente precisi, a questa cifra bisognerebbe aggiungere anche una serie di costi “indotti” che un fumatore deve sostenere: ad esempio la spesa per gli accendini, oppure per la benzina utilizzata per recarsi dal tabaccaio ad acquistare il suo pacchetto di sigarette. Infine, fumare comporta il rischio di esporsi a gravi rischi per la salute, che nel migliore dei casi saranno rappresentati da tosse e bronchiti, con comunque costi aggiuntivi per l’acquisto di medicinali per curarne i sintomi.

Ecco perché non ho mai iniziato a fumare: se dovessi fare un acquisto da 1.400 euro, ci penserei su due volte se effettuarlo (altroché!). Stessa cosa, se dovessi spendere 120 euro ogni mese per un prodotto qualsiasi (che sia un abbonamento alla TV o altro) rifletterei bene prima di spenderli.

In sintesi, ciò significa che un fumatore medio, in 10 anni spreca oltre 14.000 euro. Se inizia a fumare intorno ai 15 anni, dopo 30 anni avrà in mano 42.000 euro in meno. Una cifra davvero enorme se ci pensiamo, superiore a quella che potremmo realmente vincere in un qualsiasi gioco a premi.

Ed anche i fumatori più “soft”, da mezzo pacchetto al giorno, spenderebbero comunque 21.000 euro in 30 anni.


Dobbiamo essere critici nei confronti dei nostri consumi

Adesso, mi aspetto che il vostro primo pensiero sia: “Ecco, il solito che vuole fare la morale agli altri. Sappiamo bene quanto spendiamo”.

Ribadisco che quello delle sigarette è semplicemente un esempio per spiegare come noi tutti (io compreso!) mettiamo in atto comportamenti indotti dall’esterno (dalla pubblicità in primis, ma anche dalla società e dall’ambiente in cui viviamo), che per noi sono automatici e di cui non ci rendiamo veramente conto che ci fanno spendere un sacco di soldi per acquistare cose pressoché inutili, che pensiamo ci facciano vivere meglio ma in realtà finiscono per peggiorare e complicare le nostre vite.

Pressati dalla pubblicità, aderiamo in modo acritico a un modello di vita che ci rende consumisti e che non giova assolutamente alle nostre tasche. Siamo bombardati dall’offerta di prodotti che invece di essere proposti a mille euro ci vengono propinati a “soli” venti euro al mese (senza sapere poi per quanti mesi). Per chi è nel settore, sa benissimo che una buona pubblicità è quella che “crea” un bisogno nel potenziale cliente, spingendolo a comprare il prodotto: e se il bisogno è stato creato, è palese che in realtà non è un vero bisogno perché senza pubblicità potremmo farne tranquillamente a meno (un buon esempio è l’acquisto dell’acqua in bottiglia, quando nella stragrande maggioranza delle case l’acqua del rubinetto è potabile; per non parlare delle mode nel campo dell’abbigliamento).

La verità è che noi non sappiamo quanto spendiamo davvero, soprattutto se lo facciamo in piccoli acquisti, da 4 o 5 euro alla volta come l’esempio delle sigarette che vi ho spiegato sopra. E mettere nero su bianco queste spese e questi conti è l’unico modo per prendere atto proprio del quanto e del come spendiamo e cercare di trovare soluzioni per spendere meno.

Se riuscissimo a spendere meno, se riuscissimo a vivere con poco, se riducessimo i nostri consumi e le nostre spese, avremmo sempre meno bisogno del denaro. Potremmo, addirittura, lavorare sempre meno e dedicare il nostro maggior tempo libero alle nostre passioni e ai nostri affetti.

I benefici saranno enormi: se oggi una famiglia spende 2.000 euro al mese e ne guadagna 2.500, il timore della perdita del posto di lavoro è causa di grande ansia. Si dovrebbero giocoforza tagliare alcune spese e molto spesso lo si farebbe senza troppo criterio, perché ci si trova solitamente impreparati alla perdita del lavoro (e bisogna anche considerare il fatto che non tutte le spese possono essere eliminate dall’oggi al domani, ma ci vuole del tempo, si pensi alla vendita dell’auto o, ancora meglio, alla vendita del proprio appartamento per acquistarne uno più piccolo e meno dispendioso).

Se invece la famiglia spendesse, ad esempio, 1.000 o 1.500 euro al mese, la perdita del lavoro non sarebbe così traumatica come nel caso precedente: si è già abituati al risparmio, che è stato pensato per vivere degnamente e non farsi mancare nulla, risparmiando su tutto. Anzi, in molti casi si potrebbe prendere il periodo di attesa di un nuovo impiego come un momento per passare più tempo con i propri figli, oppure per approfondire alcune passioni che avevamo oramai riposto nel cassetto.


In conclusione: gli obiettivi del blog

Ma molti di voi, arrivati a questo punto, si chiederanno: sì, ma perché scrivi tutto ciò?

Dato che il risparmio non deve essere fine a sé stesso, altrimenti è inutile e forse anche pedante, espongo anche gli obiettivi del blog e del mio (e, vi auguro, vostro) risparmio:

  • in primo luogo aiutare le persone a risparmiare suggerendo strategie per spendere meno a cui non avevano mai pensato oppure che conoscono già ma non hanno mai messo in pratica;
  • il secondo obiettivo è quello di quantificare sia le spese che i risparmi, in modo tale da comprendere quanto sia davvero possibile spendere poco;
  • in conseguenza di ciò, si potrebbe disporre di una discreta somma di risparmi da accantonare per gli imprevisti oppure da utilizzare per investimenti o, ancora, utile per creare un fondo per l’istruzione e l’educazione dei figli;
  • infine, non escludo che spendendo meno, sia possibile anche lavorare meno. Quanto meno non ne ho idea, forse 20 ore settimanali, forse 25 oppure 30, fatto sta che l’idea di avere più tempo libero da dedicare a me, alle mie passioni e agli affetti che mi circondano non mi sembra proprio una cattiva idea (e al tempo stesso essere sempre più libero dal denaro e dal consumismo che ci logora, perché dobbiamo per forza comprare quel vestito o frequentare quell’ambiente, altrimenti sei out).

Parallelamente ai metodi per risparmiare, una sezione del blog sarà dedicata alla descrizione dei miei comportamenti e dei miei consumi, per quantificare la spesa media della mia famiglia e quantificarne i possibili risparmi.

Picture: "50 Euro Note Being Set on Fire" by Images_of_Money, used under CC BY


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2 commenti:

  1. Aggiungerei anche il ristorante che per chi lavora ogni tanto è vitale ma andare oltre le due volte a settimana diventa dispendioso. Mettiamo che andiamo al ristorante tre volte a settimana solo eliminando la terza volta nel caso di una coppia si risparmierebbe circa 40€ a settimana (ipotizzando un ristorante medio da 20€ a persona) ovvero circa 160€ mese e 1920€ all'anno.
    Pasta e caffè tutte le mattina oltre a far male prevedono un costo minimo di 2€ al giorno che moltiplicato x 365 giorni sono altri 700€ l'anno. Se si facesse una colazione più sana per esempio latte (io preferisco di soia) e cereali e prevedendo una spesa di circa un'euro al giorno si risparmierebbero 350€ all'anno.
    Ci sono anche tanti altri modi di risparmiare per esempio acquistare auto a metano, prima di fare un'assicurazione per l'auto avere un confronto di tutti i prezzi delle altre imprese assicurative, al giorno d'oggi consultando siti come facile.it si può arrivare a pagare l'assicurazione anche diverse centinaia di € in meno l'anno, io sono riuscito a risparmiare quasi 400€ x l'assicurazione di mio nonno.

    comunque bell'articolo complimenti continua così

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    Risposte
    1. Ciao Gianluca e grazie!
      Certo, come si suol dire "tutto fa brodo", ogni spesa che sembra insignificante, per la quale diciamo la classica frase: "Tanto, per 2 euro non muore nessuno", se la moltiplichiamo per tutte le volte che lo facciamo ogni anno vengono fuori cifre importanti, soprattutto per beni o servizi che non sono "vitali". L'esempio del fumo di sigaretta va proprio in questa direzione.
      Comunque, ora ho in rampa di lancio alcuni articoli che pubblicherò a breve, ma ho già in mente un articolo sulla colazione.

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